IN VOLO PER SALVARE VITE
14 Aprile 2023 | di Michele Dalla Riva, Beppe Bergamini, Marco Troiani
Conosciamo meglio come si vive dietro ai comandi di un elicottero del pronto soccorso.
L'elicottero del 118 è oramai parte integrante della nostra quotidianità, siamo abituati a vederlo volare sopra le nostre teste, ed il suo passaggio da una certa sensazione di sicurezza.
Pur essendo un indicatore della richiesta di un supporto medico per un'emergenza immediata, questo inconfondibile Eurocopter EC 145 T2 giallo, da al contempo la certezza che si sta facendo tutto quanto il necessario nel più breve tempo possibile per portare soccorso a chi ne ha necessità.
In questo nostro articolo non vogliamo però parlare specificatamente dell'oramai insostituibile servizio di pronto intervento che effettua il 118, ma viste le caratteristiche delle nostre pagine, abbiamo voluto sondare la parte più prettamente aviatoria di questo operato, e chi meglio di un pilota che vola da oltre quarant'anni può descriverci la cosa?
Abbiamo così approfittato della disponibilità e della grande passione del Comandante Walter Maretti ai comandi di un elicottero da quando aveva ventidue anni.
Originario della provincia di Pavia, per prima cosa abbiamo chiesto a Walter com'è diventato pilota e di come è arrivato a volare con il 118.
“Ho iniziato a volare a 22 anni - inizia a spiegarci - poi a 25, eravamo nel 1987, ho fatto la licenza commerciale ed ho iniziato a fare il pilota professionista. La scelta era tra il brevetto militare o quello da civile, quello che avevo preso io, dopo purtroppo aver tentato inutilmente di entrare come pilota militare.”
Raccontaci dei tuoi inizi lavorativi.
“Io sono partito in un'azienda dove si faceva di tutto, dai trattamenti agricoli alla fotografia ed alle riprese cinematografiche, dopo 500 ore di volo si iniziava anche con il trasporto passegeri e con i lavori al gancio, perciò parliamo di carichi sospesi e lavori con i tralicci. Fino al 2000 sono rimasto in quella azienda, poi sono entrato in quella attuale che faceva elisoccorso sulle piattaforme petrolifere. All'epoca mi cercarono perchè avevano bisogno di qualcuno che sapesse trasportare ed installare tralicci di energia elettrica. Da lì poi, nel 2001 feci domanda per entrare nell'elisoccorso, e da all'ora opero in questo settore. Nel 2004 sono diventato Comandante – parliamo di gradi nostri interni - con 4500 ore di volo.”
Volare come pilota di elisoccorso è difficile rispetto ad altre attività lavorative con l'elicottero?
“Volare su un eliambulanza non è più difficile di altre operazioni di volo, anzi, per esempio quando ti metti a montare dei tralicci ad alta tensione con 40 metri di corda con uno specchio come visuale la situazione è decisamente più difficile. Se vogliamo, l'eliambulanza è un trasporto passeggeri, la differenza è nella gestione del servizio, perchè mentre quando fai un lavoro aereo tradizionale puoi pianificare tutto, controllare con tutta calma che sia tutto a posto, qui devi partire entro 5 minuti. In questo lavoro devi avere l'elasticità mentale di dire: ok, devo andare lì, pensando a quanto carburante ti serve, che rotta devi fare e dove puoi atterrare. Il tutto in posti che probabilmente non conosci. Questo rispetto magari a quando voli per un cantiere o un volo passeggeri tradizionale dove le rotte sono già studiate a tavolino. Nel nostro caso, con gli interventi del 118 ti danno delle coordinate e devi partire, pianificando tutto in pochissimo tempo e con le condizioni meteo che hai in quel momento, essenziali queste ultime, perchè devi tenerle sempre sotto controllo, per capire immediatamente se potrai arrivare o meno alla destinazione e poi tornare indietro.”
Qual'è la tua giornata di servizio tipo?
”Arrivo la mattina prima delle 8.00. La prima cosa che devo fare sono calcolare il peso dell'elicottero quel giorno in base al carburante ed al personale che avrò a bordo per quel turno, perchè ogni giorno c'è del personale diverso a bordo. Questa operazione ti permette mi di calcolare il centraggio ed il bilanciamento del mezzo. Per convenzione abbiamo semplificato decidendo di caricare sempre 450 chili di carburante, così sappiamo che con quel carico abbiamo un'ora e quaranta, un'ora e quarantacinque di volo, e con quel carburante solitamente facciamo anche tre o quattro interventi se sono vicini.”
Oltre a voi piloti, quanto personale c'è in totale che lavora nel vostro reparto?
“Ci sono dodici infermieri che si turnano, una quindicina di persone del soccorso alpino e quattro medici.”
Quando arriva una chiamata quali sono le operazioni che fai?
“Prima di partire metto dentro le coordinate che mi danno nel GPS, cerco di vedere dov'è il posto e se lo conosco. Per decollare l'elicottero ha bisogno di un minuto e mezzo due da quando prendiamo posizione, solitamente da quando ricevo la chiamata a quando mi alzo da terra passano due minuti e mezzo massimo tre. Diciamo che quello che ci condiziona maggiormente sono le condizioni meteo, se ci alziamo e non vediamo niente dobbiamo tornare indietro. Noi lavoriamo sempre a vista, anche se la macchina è fatta per andare a strumentale noi siamo addestrati per volare a vista per una serie di motivi.”
Un pilota dei elisoccorso deve fare dei corsi specifici per questa attività?
“Per pilotare non fai corsi specifici, con il lavoro aereo atterri ed operi anche in zone più difficili. Qui facciamo dei corsi specifici di addestramento per l'uso del verricello, perchè i ganci che solitamente si usano nei lavori aerei sono un'altra cosa. E' un corso però che te lo fa fare l'azienda, con un tecnico ed un altro pilota ai comandi che ti spiega come operare, certe gare d'appalto chiedono che il pilota abbia al suo attivo almeno 250 operazioni di verricello. Io al momento sono a oltre 2300 operazioni di verricello effettuate.”
Quante persone ci sono a bordo al momento del decollo dopo una chiamata di intervento?
“Solitamente siamo in cinque: il pilota, il tecnico, il medico, un infermiere ed il soccorritore alpino, qualche volta siamo in sei quando c'è un praticando medico o infermiere, che deve fare esperienza. L'equipaggio standard da normativa è: pilota e medico e se sei in emergenza tipo una catastrofe puoi già operare così, comunque da regolamento almeno anche un tecnico elicotterista deve essere a bordo. Se tu vai ad atterrare in un posto dove non c'è popolazione, ovvero gente che ti viene vicino al momento dell'atterraggio, puoi operare tranquillamente anche senza il tecnico. Per esempio se parto da qua e devo andare nella piazzola di un ospedale non ho bisogno del tecnico. Ma se vado ad operare in un campo qualsiasi, in una strada, autostrada o piazza, per fare un esempio, deve esserci sempre il tecnico a bordo, perchè quando atterriamo potremmo trovare persone che vengono vicino all'elicottero, con il rischio per esempio che vadano a sbattere nei rotori di coda, perchè non sanno come avvicinarsi all'elicottero.”
Come opera il tecnico?
“Al momento dell'atterraggio io non posso scendere perchè devo tenere i comandi finché non ho spento tutto, il tecnico in questo caso scende subito, va fuori dall'elicottero e fa la sicurezza tenendo la gente alla giusta distanza.”
Quanti pazienti potete caricare alla volta?:
“Solo uno, in caso di una catastrofe si possono togliere i sedili e caricare un'altro paziente, ma stiamo parlando di casi estremi tipo un terremoto, e comunque di persone che in qualche modo non devono essere assistite direttamente da un medico durante il volo.”
Se fosse in allestimento passeggeri quanti persone potrebbe portare?
“In allestimento turistico può arrivare a contenere 14 posti.”
Che prestazioni deve avere un elicottero per poter effettuare un servizio come il vostro?
“Un elicottero come il nostro ha 1800 cavalli e viaggia a 250 chilometri orari, deve essere per forza un bimotore e deve essere in grado di poter portare carichi pesanti. La potenza serve sopratutto quando devi volare in alta quota, se non hai tanti cavalli non riesci ad arrivare a certe altitudini per via dell'aria più rarefatta.”
Solitamente a che altezza di crociera vi spostate?
“Noi voliamo abitualmente sempre sui 300 metri, sono abbondantemente fuori dai fili e ci metto 10 secondi a salire e altrettanti a scendere. Più vado in alto e più perdo tempo, poi a livello di operatività, in teoria possiamo arrivare fino a 6000 metri, anche se adesso la quota è stata abbassata.”
Ci racconti uno degli interventi che hai fatto in questi anni che ricordi maggiormente, o per difficoltà o per la sua particolarità?
“Proprio qualche giorno fa abbiamo fatto un intervento per un parapendio che era caduto su una pianta. Siamo rimasti sospesi in hovering - volo stazionario - per dieci, dodici minuti, fermi immobili, perchè abbiamo dovuto calare il soccorritore con il verricello tra i rami. In un altro intervento sono rimasto diciannove minuti in hovering. In questi casi, il problema è che la macchina ha l'auto pilota che tiene in posizione l'elicottero, ma ha sempre un leggero ritardo e comunque non tiene il mezzo immobile, se io ho una persona sotto vincolata non posso permettermi queste variazioni, devo effettuare tutte le operazioni a mano. Sono interventi un po' più difficili, ma non è che li fai con difficoltà o con problemi quando hai un certo tipo di esperienza.”
Avete un limite di ore di volo?
“Sono venticinque ore la settimana, 900 ore all'anno e 5 ore di volo puro al giorno. In presenza possiamo fare 13 ore al giorno per 7 giorni consecutivi e altri 4 giorni di riposo. In pratica, solitamente faccio dodici ore e mezza al giorno per una settimana, poi una settimana di riposo e poi riprendiamo.”
Il numero massimo di interventi che hai fatto in un giorno?
“Otto, ma negli anni passati”.
Che controlli medici avete per poter avere il brevetto di volo?
“Per entrare quando fai la licenza hai un primo controllo medico molto accurato e devi avere dei requisiti precisi, e la prima volta ti fanno anche l'elettroencefalogramma. Successivamente ogni anno fino a i quarant'anni e poi ogni sei mesi hai una visita medica di controllo, compresi gli esami del sangue una volta all'anno, ogni sei mesi l'elettrocardiogramma e se qualcosa non va lo fai anche sotto sforzo. Abbiamo l'esame della vista e dell'udito ogni quattro visite, poi campo visivo, spirometrica, neurologo. C'è da tenere inoltre presente che fino a sessant'anni puoi volare da solo, poi devi avere avere per forza un pilota di fianco.”
La situazione più difficile in cui ti sei mai trovato a volare?
“Situazioni particolari ne ho avute solo fuori dal soccorso aereo. Sicuramente ricordo quella volta che ho preso una tromba d'aria facendo un lavoro al gancio a San Fruttuoso, sono riuscito a far atterrare l'elicottero, ma tribolando veramente.”
La nostra speranza è quella di non vedere mai al lavoro il Comandante Walter Maretti, il che vorrebbe dire che non ci sono emergenze in atto.
Purtroppo sappiamo benissimo che questo non è possibile, perciò è bello sapere che a vegliare sopra di noi ci sono persone come lui, che oltre alla grande competenza ci mettono una passione per il volo che travalica la sola esperienza lavorativa e questo in molti casi può fare veramente la differenza.
Grazie Comandante per averci accompagnato in una tua giornata di lavoro.